martedì 22 agosto 2017

Guida EuroVelo7 Emilia: San Possidonio

Il percorso dell'EuroVelo 7 segue l'argine del fiume Secchia entrando nel territorio di San Possidonio (San Pusidònî in dialetto mirandolese). Nel piccolo paese agricolo si può trovare una bella chiesa dalla facciata neoclassica (purtroppo danneggiata dal sisma) ed è possibile respirare l'atmosfera autentica dei piccoli paesi della bassa emiliana non ancora invasi da un'urbanizzazione feroce. In questa area troverete un vero e proprio Bikegrill, una sosta utile per i viaggiatori dell' EuroVelo7. Qui si può sostare, mangiare e sono presenti attrezzi per la manutenzione della bicicletta. 

piazza Andreoli, chiesa danneggiata dal sisma e Municipio (da radiopico.it)

STORIA. San Possidonio era probabilmente già abitata nell'età del bronzo ma ci sono dati più certi di insediamenti in epoca romana. Era una piccola stazione militare chiamata “Garfaniana” ed era posizionata in un punto strategico tra la via Emilia e in nord.
Nel medioevo entra a far parte del distretto reggiano del regno longobardo e nel 962 troviamo la prima testimonianza della chiesa: il vescovo di Reggio Azzo ottenne le reliquie di San Possidonio  e il culto del santo divenne sempre più importante per il territorio che arrivò a cambiare nome in suo onore. 
Dopo essere passato al dominio dei Marchesi di Toscana, nei primi anni del XIV San Possidonio diventa territorio della famiglia Pico e infine signoria degli Estensi (1710).
Nel 1723 viene concesso in feudo con il rango di Marchesato al nobile reggiano Pietro Tacoli che fece costruire il Palazzo in riva al Secchia, mentre il figlio Achille fece costruire la chiesa parrocchiale.
Nel 1789 San Possidonio diede i natali a Don Giuseppe Andreoli, prete carbonaro condannato a morte nel 1821 dal duca Francesco IV di Modena e giustiziato nel 1822.
Intorno alla metà dell’800 si sviluppa la tradizione artigianale delle posate di San Possidonio in ferro e corno bovino la cui produzione si protrarrà per gran parte del ‘900.
Durante la lotta per la resistenza fu forte il contributo dato dagli abitanti di San Possidonio alla lotta di Liberazione; una menzione in particolare va a Gina Borellini, parlamentare decorata medaglia d’oro al valor militare. 
Nel 2012 il sisma colpisce violentemente anche San Possidonio, soprattutto le abitazioni e la chiesa, tuttora inagibile (da qui)

Cave di Budrighello (da KittyTheWild)
Bikegrill sull'EuroVelo7 (da Il Dolce Tarlo)


DOVE DORMIRE? Concordia Hotel (via mazza 4, tel 39412) - per ristorarsi è presente un bikegrill ideato esclusivamente per i viaggiatori dell'EuroVelo 7 dove sono presenti piccoli attrezzi per la manutenzione della bicicletta e una struttura aperta a tutti per la sosta e il ristoro (via secchia 45, al Dolce Tarlo)

DOVE MANGIARE? Ristorante Pizzeria Damè (via mazza 4, tel 0535 30342) - Ristorante Pizzeria Al Giallo (via gramsci 1, 0535 38264) - Rosticceria Le Follie (via matteotti 62, 0535 30145) - Trattoria Pizzeria Torre3 (tel 0535 38261) - Ristorante La Tabernula (via matteotti 231, tel 0535 39395) - Trattoria Pizzeria Due Barche (via matteotti 298, tel 0535 36135)

PRODOTTI TIPICIpera abate (principale frutto) - mela campanina (caduta generalmente in disuso e riportata in auge proprio in questo paese - Parmigiano Reggiano prodotto al caseificio La Cappelletta

EVENTI. maccheronata gratuita alla Sagra del Crocefisso (fine agosto) - Festa della Mela Campanina - Sagra della Madonna della Cintura (fine agosto) - Sagra di San Domenico - Notte Bianca (fine luglio)

DA NON PERDERE. Visita alle Cave di Budrighello, splendida oasi naturale - Il presepe in dimensioni reali (la 25 dicembre al 6 gennaio) -  Visita a una azienda agricola con acquisti di pere abate o mele campanine - Un po' di spesa al caseificio Cappelletta e una visita alla cappelletta della Madonna della Cintura dall'altra parte della strada

venerdì 18 agosto 2017

Moderat -III



Si tratta di un disco di qualche mese fa, il terzo lavoro del trio elettronico berlinese, una sorta di supergruppo formato da Sascha Ring (Apparat) e i Modeselektor (Gernot Bronsert e Sebastian Szarzy). Ci avresti mai scommesso che un supergruppo potesse arrivare al terzo disco? 
L'intero album si interroga su cosa sia definibile pop ed entro quali limiti è possibile usare questo termine. Intendiamoci, il genere è ancora quello tra l'Idm, la techno minimale e l'indietronica (ma che vuol dire poi). Mi dirai che anche II, il disco precedente, cercava un connubio tra pop e la dance underground, e te lo confermo. Ma credo che III (Monkeytown) rasenti la perfezione di questo equilibrio con le sue tracce secche (non più pezzi da dieci minuti) e ben impacchettate. Si sono normalizzati? No, no, no, lo stile sperimentale, se ascolti bene, c'è ancora tutto così come l'amore per il rumore e per l'artigianalità dell'analogico.
La novità, come ti dicevo prima, sta nella perfezione degli equilibri e nel consolidamento del trio tedesco. Prova a distinguere Apparat dai Modeselektor...ormai è impossibile. Non stai ascoltando i Modeselektor featuring Apparat, ma hai davanti una band omogenea.
Anzi, potresti avere l'impressione di un suono un po' troppo pulito e ordinato. In effetti il risultato è più "arrotondato" rispetto a II ma anche più profondo emotivamente, più ricco. Anche più pop, possiamo dire.

mercoledì 16 agosto 2017

Guida EuroVelo7 Emilia: Concordia sulla Secchia

Il primo paese emiliano sull'EuroVelo 7 è Concordia sulla Secchia (Cuncordia in dialetto mirandolese). Il paese è un insediamento sviluppato in funzione del fiume Secchia che, grazie alla presenza di alcuni mulini natanti, ne garantiva un'economia fiorente.
Fiera d'Ognissanti (comune.concordia.mo.it)

STORIA. Precedentemente occupata da dai Celti, a Concordia sopravvivono ancora le tracce della cultura romana soprattutto nella suddivisione dei terreni ad angolo retto (Centuriazione). Nel Trecento, sotto il dominio della famiglia Pico che vi resse per 400 anni, vengono installati dei mulini natanti ovvero mulini galleggianti sulle acque del fiume Secchia che incrementarono l'economia del luogo. L'ordine degli Agostiniani fondò un convento nel 1420 che, durante la sua storia e le sue trasformazioni ospitò anche Martin Lutero nel 1511. Nel 1510, sotto il conte Giovanni Pico della Mirandola, Concordia fu distrutta da papa Giulio II e ricostruita lentamente in 10 anni. Diventa uno stato a sé e poi marchesato. Nel Seicento ospita Cristina di Svezia e la sua economia si rafforza grazie all'allevamento del baco da seta e alla produzione del filo da seta alla concordiese. Nel Settecento il dominio diventa Estense, vengono tolti i mulini natanti forse causa delle alluvioni del Secchia e ne rimasero solo quattro fino all'avvento dei mulini a vapore. Dopo il decadente periodo napoleonico, Concordia si annette con entusiasmo al Regno d'Italia ma le sue condizioni economiche non migliorano. Concordia è stata decorata con la medaglia di bronzo per al valore militare per la Resistenza instancabile che ha conosciuto (si ricorda l'attacco partigiano alla sede delle brigate nere).
Dopo il sisma del 2012 il centro storico di Concordia ha subito gravissimi danni ma, nonostante le difficoltà, il paese è rimasto vivo e le attività non sono mai mancate.
Teatro del Popolo visto dall'argine (foto impressioniespressioni.blogspot.it)

Ponte sul Fiume Secchia (foto Mirco rete.comuni-italiani.it)

Passeggiata dei mulini sull'argine del Secchia ( foto italreport.it)


DOVE DORMIRE? B&B L'angolo del Relax (via galavotti 4, cell 330260236) - B&B L'acero campestre (via per Mirandola 79, cell 3388956571 - 3381207798)

DOVE MANGIARE? Trattoria Secchia (via Chiaviche 85, tel 0535 40537) - Piccolo Borgo (via Borgo 41, 0535 55535) - Fior di Pizza (via Garibaldi 22, tel 0535 40391) - Profumo di Pizza (via matteotti 6, tel 0535 40266) - Da Francio ristorante rosticceria (via mazzini 89, 0535 54561)

PRODOTTI TIPICI. Concordia è spesso associata alla zucca ma anche al Parmigiano Reggiano e ai prodotti caseari grazie ai caseifici San Paolo e Punto Latte.

EVENTI. Stuzzicabici (inizio settembre) - Fiera di Ognissanti (1-2 novembre) - Pork Factor (giugno) - Concordia in Fiore (aprile) - C'era e c'è Street Food Fest (fine luglio) - Sagra di Concordia (fine giugno) - Sagra di Santa Caterina (fine luglio) - Festa della Birra (inizio luglio)

DA NON PERDERE. Una passeggiata sull'argine del Secchia in centro alla sera - Via della Pace e la chiesa di San Paolo (attualmente danneggiate dal sisma) - Teatro del Popolo - L'Oasi Val di Sole nella frazione Fossa

lunedì 14 agosto 2017

Meztelen Diplomaták: Sellő Grand Hotel - indie rock ungherese per persone felici

Non sapevo nulla del cosiddetto indie rock ungherese. Eppure c'era stata una scena importante a metà degli anni zero, la Budapest Indie Music Scene, che contava nomi interessanti come The Moog, Amber Smith e The Puzzle.


Comunque sia ti parlo dei Meztelen Diplomaták perché hanno uno stile molto semplice e allegro. Ho davvero usato la parola "allegro"? Sì, l'ho fatto perché la parola "frizzante" è molto peggio. Loro stessi dicono di fare musica "felice" e non a caso dichiarano di essersi formati per non mancare a nessuna festa. Non si trovano tante informazioni in giro di loro, nemmeno in lingua ungherese. Quello che ti posso consigliare è di ascoltare Sellő Grand Hotel, una perla di disco uscita nel 2013.

Siamo nel cosiddetto mondo dell'indie rock, termine ormai vuoto che non indica nulla che sia per forza indipendente ma il suono è quello: le chitarrine ritmate e mai complicate dei primi anni 2000, voci innocenti, niente sperimentazione.
Leggeri e sereni. 

sabato 12 agosto 2017

EuroVelo 7: la guida del tratto emiliano


Quando studiavi storia e geografia ti capitava di leggere i nomi di città posizionate su punti strategici: Trieste era il crocevia tra est e ovest, Bologna tra nord e sud e così via.
Ma quanti sono i paesi in provincia che non sono crocevia di nulla
Ho da poco scoperto che il mio piccolo comune di 3600 abitanti è collocato su un percorso ciclabile chiamato EuroVelo 7, detta "la via del sole". Mi sono informato un po' e ho scoperto che le ciclopiste EuroVelo sono delle vere e proprie autostrade ciclabili volute dall'Unione Europea. A dire il vero più che autostrade sono un insieme di ciclabili e sentieri riuniti in maxi percorsi che vanno da un punto all'altra del continente. Alcune uniscono l'est con l'ovest Europa e altre il nord con il sud come il caso dell'EuroVelo 7: parte da Capo Nord e arriva fino a Malta tagliando il vecchio continente in senso longitudinale. 
Mappe di questo percorso se ne trovano parecchie sul web ma non c'è traccia di una buona guida dettagliata e gratuita che descriva i luoghi posti su questo sentiero transeuropeo. 
Questa è una missione perfetta per me: il Bassopiano ospiterà una piccola ma dettagliata guida tuistica sulla parte emiliana del percorso. Se non hai fretta, post dopo post, potrai comporre la prima guida non ufficiale ma gratuita di questo tratto del percorso... tratto un po' piatto ma meraviglioso.

mercoledì 9 agosto 2017

I-cippidellamemoria: l'app che rende onore alla Resistenza

da anpimirandola.it

Ho avuto un'illuminazione (e questa volta quasi utile). Girando per le strade di campagna noto spesso ai margini della carreggiata e lungo i fossi alcuni cippi commemorativi. Sono lapidi a piccoli monumenti dedicati a uomini e donne della Resistenza, morti durante la Seconda Guerra Mondiale a causa della "furia nazifascista" (quasi tutti quei marmi recitano così). Molti di loro sono partigiani caduti per la libertà delle loro terre. A ben pensarci se in questo momento posso scrivere quello che mi pare su questo blog e se tu puoi leggere quello che vuoi è anche grazie a quelle persone.


Ma chi li conosce? Chi, passando in macchina, nota i nomi e i volti su quel cippo? Chi si ferma sul ciglio della strada con le quattro frecce inserite, chi scosta i rovi e l'edera per ringraziare quella vecchia foto in bianco e nero?
Da oggi, grazie alla mia illuminante e non-del-tutto-inutile idea, potrai cercare quei nomi e vedere quei volti dove vuoi e quando vuoi. Ti basterà scaricare la mia nuova app (per ora la puoi scaricare direttamente dalla mia fantasia) che provvisoriamente si chiamerà I-cippidellamemoria. Lancia l'applicazione e potrai scovare i monumenti commemorativi direttamente da una cartina Google Maps sulla quale sono segnate tutte le posizioni delle lapidi, anche di quelle più inarrivabili. Clicca sull'icona del cippo e potrai leggere il nome del martire, vederne la foto e leggere una breve storia sulla sua attività. 
Giustizia è fatta!

PS. Ho appena trovato un post completo con tutti i cippi della zona della bassa modenese. L'autore, Mirtillause, ha fatto un gran bel lavoro.

La ragazza e il toro maniaco

C'era una volta una donna che raccoglieva fiori in spiaggia. Nonostante l'enorme quantità di fiori che evidentemente cresceva in mezzo alla sabbia, questa spirante fiorista marinara fu attratta da un gigantesco toro bianco che si accucciò ai suoi piedi. E del resto vedere un toro che ti viene incontro e si appallottola per terra come un gatto è la tipica cosa che ti fa perdere la concentrazione su quello che stai facendo.

Arkady Pugachevsky, "Europe and bull"


La donzella a questo punto fece la cosa più naturale che si possa fare, quella che avremo fatto tutti al suo posto: salì in groppa al toro. Il bovino canuto non si fece sfuggire l'occasione di rapire una femmina umana come quella che aveva in groppa e fece anche lui la cosa più naturale che un toro possa fare: tuffarsi in acqua e raggiungere Creta nuotando.
Sulla spiaggia di Creta arriva il colpo di scena: il cornuto si strappa la maschera e dice "Sì, ma io in realtà sono Zeus". Non si tolse solo la maschera, ma anche la toga e dimostrò le sue intenzioni non molto signorili ma la giovane gli resistette. Il dio aveva sessualmente fallito sia come toro che come uomo e queste sono cose che si vengono a sapere in fretta. Che figura, addio reputazione. Così si trasformò in aquila e riuscì finalmente a fornicare con la non-proprio-consenziente ragazza.
Una storia triste, anche un po' schifosa dai. Però la ragazza divenne la regina di Creta, suo marito riconobbe i tre figli avuti da Zeus (che grand'uomo, mica l'avrebbero fatto tutti) e i greci diedero al loro continente il nome di questa ragazza. Europa.
Insomma un lieto fine

martedì 8 agosto 2017

Nasce una nuova regione italiana: La Bassa




Da ragazzino ho capito di vivere nella Bassa. Quelli di città usavano questo termine per riferirsi agli abitanti della parte nord della provincia, termine che stranamente noi non usavamo mai. A forza di sentirlo dire io e i miei amici abbiamo cominciato a identificarci con questa parola anche se non capivamo bene perché la Bassa fosse a nord e la supponibile "alta" a sud. Ma comunque l'identificazione era tale da contenere tutto fino al punto da arrivare ad amare i fiumi brutti e sporchi della Bassa, i canali, le zanzare, la nebbia fitta e la monotonia della campagna piatta. Crescendo ho scoperto che non avevamo inventato nulla di nuovo e che la civiltà del Po è sempre esistita e che i popoli terramaricoli sono quasi preistorici. 
Ammesso e non concesso che un popolo sia contraddistinto e identificato dal proprio carattere e dal suo modo di "autoconcepirsi" e autodeterminarsi nel mondo, quest'oggi fonderò una nuova regione, la ventunesima regione italiana. Ovviamente la fonderò solo nella mia testa. Ecco a voi La Bassa, la prima regione italiana con l'articolo davanti. Alla nostra fantastica valle si annettono la bassa piacentina, la bassa parmense, la bassa reggiana, la bassa cremonese, la bassa modenese, l'oltrepo mantovano, la bassa ferrarese, e l'alto polesine ovvero la bassa rovigotta. 
La nostra regione è fondata sul lavoro, sulla memoria e i valori della civiltà contadina, sulla cucina buona e grassa e sulla "s" all'emiliana marcatissima. 
Noi abbiamo inventato il culatello, lo zampone e i turtei sguasarot, la sfogliata di Finale, la coppa piacentina. Noi abbiamo partorito le genialità di Giovani Pico, Giovannino Guareschi, Antonio Ligabue, Giuseppe Verdi, Cesare Zavattini, Giacomo Matteotti. Quindi chiediamo rispetto.
Viva La Bassa.

giovedì 3 agosto 2017

"Louise Attaque" il miglior disco rock francese (secondo me)




E va bene, te lo confesso. Non ho fatto l'Erasmus e probabilmente andrò all'inferno per questo, nel girone dei rimpianti. Però mia sorella un anno a Parigi se l'è fatto e credo abbia influito non poco sulla mia apertura mentale. Una delle cose per cui la ringrazierò per sempre è la scoperta dei Louise Attaque.
Non hai mai sentito parlare dei Louise Attaque? Non ti preoccupare, è normale perché in Italia non circolano i loro cd né i loro video erano su MTV (quando su questa rete ci si occupava addirittura di musica. Pazzi). E poi hanno quel difetto che proprio non possiamo perdonare: cantano in Francese.
Già, non sono stati furbi come i Daft Punk o i Phoenix. Questi sfrontati, oltre che avere il nome di una donna per cui ci immaginiamo che l'album sia una lagna in stile Carla Bruni, si prendono la libertà di cantare addirittura nella loro lingua e per questo restano più o meno relegati all'interno delle isoglosse francofone senza poter davvero sbarcare in Italia e nel resto del mondo.
Grazie alla produzione di Gordon Gano dei Violent Femmes (il geniale gruppo punk-acustico americano) i Louise creano nel 1997 un disco che resta tutt'oggi uno dei migliori della storia della musica francese (ed europea). Il disco parte con una rullata energica e una cassa in 4/4 che ti farebbe ballare anche se ti fosse appena morto il gatto. La canzone, Amours, prosegue con una serie di schitarrate acustiche che, più che punk, ti ricordano certi gruppetti acustici di strada che si incontrano tra le vie di Parigi che suonano come se l'intensità delle loro pennate fosse direttamente proporzionale ai soldi che vorrebbero finissero nel cappello. Questa attitudine punk-gitana prosegue con J't'emmène au vent e la puoi incontrare anche in Les nuits parisiennes o Vous avez l'heure. La voce, finalmente non alla Serge Gainsbourg, è spesso urlata, isterica, volutamente singhiozzante e comunque ben interpretata. I testi di Gaëtan Roussel parlano spesso di Parigi e delle cose meravigliose che accadono nella città senza trascurarne le contraddizioni e l'ipocrisia dei suoi cittadini (Lea e Ton invitation). Le parole si fanno spesso amare, crude e disincantate raggiungendo livelli poetici difficili da sentire in altri album contemporanei

Arrache-moi les yeux que je ne puisse plus voir / Arrache-moi les mains que je ne puisse toucher / Arrache-moi les ongles la douleur jusqu'au bout des doigts / Arrache-moi le coeur que je ne puisse plus avoir peur
(Strappami gli occhi perché non possa più vedere / Strappami le mani perché non possa più toccare / strappami le unghie, il dolore, fino alla punta delle dita / strappami il cuore perché non possa più avere paura)

Ma il violino di Arnaud Samuel è il vero protagonista di tutto il disco: la scelta di Gano è di metterlo in primo piano facendolo spiccare addirittura sulla chitarra e sulla batteria di Alexandre Margraff, così minimale alla Violent Femmes ma energica.
Il disco resta uno dei più venduti nella storia del rock francese e secondo Philippe Manœuvre è tra i 123 dischi più importanti della storia della musica francese.