martedì 8 agosto 2017

Nasce una nuova regione italiana: La Bassa




Da ragazzino ho capito di vivere nella Bassa. Quelli di città usavano questo termine per riferirsi agli abitanti della parte nord della provincia, termine che stranamente noi non usavamo mai. A forza di sentirlo dire io e i miei amici abbiamo cominciato a identificarci con questa parola anche se non capivamo bene perché la Bassa fosse a nord e la supponibile "alta" a sud. Ma comunque l'identificazione era tale da contenere tutto fino al punto da arrivare ad amare i fiumi brutti e sporchi della Bassa, i canali, le zanzare, la nebbia fitta e la monotonia della campagna piatta. Crescendo ho scoperto che non avevamo inventato nulla di nuovo e che la civiltà del Po è sempre esistita e che i popoli terramaricoli sono quasi preistorici. 
Ammesso e non concesso che un popolo sia contraddistinto e identificato dal proprio carattere e dal suo modo di "autoconcepirsi" e autodeterminarsi nel mondo, quest'oggi fonderò una nuova regione, la ventunesima regione italiana. Ovviamente la fonderò solo nella mia testa. Ecco a voi La Bassa, la prima regione italiana con l'articolo davanti. Alla nostra fantastica valle si annettono la bassa piacentina, la bassa parmense, la bassa reggiana, la bassa cremonese, la bassa modenese, l'oltrepo mantovano, la bassa ferrarese, e l'alto polesine ovvero la bassa rovigotta. 
La nostra regione è fondata sul lavoro, sulla memoria e i valori della civiltà contadina, sulla cucina buona e grassa e sulla "s" all'emiliana marcatissima. 
Noi abbiamo inventato il culatello, lo zampone e i turtei sguasarot, la sfogliata di Finale, la coppa piacentina. Noi abbiamo partorito le genialità di Giovani Pico, Giovannino Guareschi, Antonio Ligabue, Giuseppe Verdi, Cesare Zavattini, Giacomo Matteotti. Quindi chiediamo rispetto.
Viva La Bassa.

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