Il 15 gennaio si è spenta la vita di Dolores O’Riordan, cantante della band irlandese Cranberries, e una delle voci europee più caratteristiche di sempre. E' accaduto a Londra alle 9.05 del mattino e si parla di morte non sospetta. Gli amici la descrivono come una donna "terribilmente depressa". Alcune fonti parlano di un disturbo bipolare, infatti sono già capitati in passato casi di aggressività e addirittura un tentato suicidio nel 2013.
Queste sono solo notizie di cronaca che a me interessano fino a un certo punto. Io personalmente non mi dimenticherò mai di Dolores non per la sua biografia ma per alcune qualità uniche della sua voce e delle sue canzoni
- LA VOCE. Dolores aveva un timbro vocale unico e immediatamente distinguibile tra migliaia. La sua voce poteva passare da un registro aggressivo e isterico (Zombie) a un decisamente più dolce ed etereo (Ode To My Family). Non è strano che abbia imparato a cantare in chiesa e che il suo primo approccio al canto fosse stato con i cori gregoriani. La sua voce ha qualcosa di mistico, celtico, etereo.
- LO YODEL. E soprattutto usava una tecnica di canto che sicuramente non può essere considerata cool né alla moda: lo Yodel. Sì, proprio quello dei montanari di lingua germanica. Quello della sigla di Heidi per intenderci. Quello che usava anche Morrissey di tanto in tanto ma che Dolores ha reso pop togliendogli ogni aspetto folkloristico e quindi "comico". Padroneggiava questa tecnica con estrema naturalezza e dagli anni Novanta fino ad oggi è stata imitata da tante di quelle cantanti che forse in pochi riescono a ricollocarne la paternità alla O'Riordan.
- LA POTENZA DI ZOMBIE. Zombie è la canzone più famosa in assoluto dei Cranberries. E' talmente semplice che spesso viene presa come prima canzone da imparare per chi inizia a cimentarsi con la chitarra. I suoi quattro banalissimi accordi, assieme a un arrangiamento scarno ma curato, e soprattutto uniti a una interpretazione vocale da brividi formano una delle canzone più potenti di sempre. Distorsione, testo martellante e ipnotico, voce singhiozzante e isterica. Che brividi.
- BURY THE HATCHET (1999). Forse i grandi fan non saranno d'accordo ma è il mio disco preferito dei Cranberries. Diciamo pari merito con No Need To Argue (1994), dai. Sono un ottimo sottofondo anche per fare l'amore.
Bel commento e...sì, Bury The Hatchet è il disco più bello, un concept album su una donna che diventa madre e che, per la prima volta, inizia a guardare "in faccia" la propria infanzia
RispondiEliminaè davvero un gran bel disco. E poi a distanza di anni quelle canzoni invecchiano bene
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